Posa o reportage? Questo è il dilemma.

20 Gennaio 2019

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Mettersi alla ricerca del fotografo giusto per il proprio matrimonio non è cosa semplice. Vediamo quindi in cosa ti puoi imbattere durante la tua analisi.
Un termine regna sovrano su tutti e questo termine è reportage.

Che cos’è il reportage?

Il reportage è la tendenza che va per la maggiore e si propone come uno stile in cui il fotografo ti lascia gli sposi liberi di vivere la giornata senza regie o richieste. Muove dall’idea che “se mi metto in posa vengo malissimo, le foto più belle sono quelle in cui non mi accorgo della macchina fotografica”.
Questi princìpi hanno generato un piccolo esercito di fotografi improvvisati che pensano che lo strumento utile per fare delle buone fotografie sia la macchina fotografica. Quindi comprano la più grossa sul mercato, scattano a ripetizione senza un’adeguata preparazione a livello tecnico di inquadratura, equilibrio, studio della luce. Scelgono le foto venute meglio e le accozzano insieme in un album mattone di 50 pagine ripetitivo, monotono, prevedibile, privo di ogni sorpresa o magia.

Dando per scontato che tu non voglia affidare il tuo servizio fotografico matrimoniale a persone non professioniste, vediamo allora di confrontarci con i tanti bravi colleghi che sanno assolutamente fare il loro lavoro con grande competenza e professionalità e che caratterizzano il loro stile come reportaggistico, cioè privo di interferenze da parte del fotografo.
Il fotografo desidera avere la certezza di darti delle belle foto, perciò ti inviterà a metterti in un posto piuttosto che in un altro o a voltarti o a seguirlo per una piccola passeggiata nel parco. É assolutamente normale, ma questo è comunque da considerarsi un intervento da parte del fotografo e va spiegato bene prima o potresti ritrovarti a disagio nel tuo grande giorno.
Il reportage puro nel giorno del matrimonio è davvero difficile: guarda bene gli album e capirai che nessuna bella foto nasce per caso, che anche quelle più spontanee sono frutto di uno studio della luce e del contesto e di posizionamento del soggetto nel punto giusto.

Il rischio è che ti promettano di non interferire nell’arco della tua giornata, mentre poi potresti ritrovarti a fare il servizio fotografico in tutt’altro modo.

Altro aspetto da considerare è che in questo stile i suggerimenti in ogni matrimonio sono sempre gli stessi: “datevi un bacio, guardatevi, state tra voi”. La conseguenza è quella di avere racconti fotografici simili tra loro, dove spesso l’unica cosa che cambia è la coppia di protagonisti.
Il reportage si limita a ritagliare dei fermi immagine nella sequenza degli eventi, ricercando sempre gli stessi canonici momenti.

La sola alternativa che pare esserci al reportage è la foto in posa.

Che cos’è la fotografia di posa?

Si tratta del genere preferito al giorno d’oggi da una minoranza: è molto raro che una sposa ti chieda di essere diretta tutto il giorno per fare le foto, perché risulterebbero innaturali, per lei sarebbe una forzatura e uno stress. Inoltre è un tipo di servizio che richiede molto tempo per essere fatto bene e questo complica le cose in una giornata nota per avere tempistiche strette e poco flessibili.

Se nessuno dei due approcci sembra essere convincente, quale può essere la soluzione? A 177 anni dalla sua nascita, la fotografia di matrimonio può ancora proporre qualcosa di nuovo?
SWP crede in questo e propone uno stile fresco e innovativo, al passo coi tempi e coi desideri degli sposi di oggi.
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